Da qualche giorno ho prenotato il seguito de I Beati Paoli, ovvero Coriolano della Foloresta, mi sto davvero intrigando con questi “incappucciati”, non è che li ami molto, piuttosto potrei dire che mi incuriosiscono perchè rappresentano un’espressione “della cultura” dei palermitani e di una serie di disvalori tipicamente siciliani, come ad esempio l’omertà, che si sono radicati anche a causa di una serie di condizioni storiche e sociali. Oltre tutto mi piace molto scoprire la Palermo sotterranea, una sorta di città segreta, di vicoli misteriosi, sopra i quali ogni giorno senza saperlo, camminiamo.
Ora però non voglio parlare di questo personaggio e della sua vicenda, ma di un aspetto trovato in questo libro, che proprio in questi giorni mi sembra tornare molto presente.
Insomma gli immigrati italiani erano richiesti solo perchè considerati “braccia a buon mercato” per le nuove industrie statunitensi, ma non erano molto amati ed apprezzati. Vivevano in ghetti, in palazzi abbandonati di legno, in più famiglie in una sola casa, parlavano male o per niente la lingua inglese, erano emarginati ed era così facile che fossero arruolati o sfruttati dalla delinquenza, e i proprietari delle case in cui vivevano si arricchivano a loro discapito. Erano considerati un po’ fanatici perchè nei loro quartieri ogni giorno c’era una processione diversa o la festa di un santo patrono e tante strane ritualità (immagino le abbanniate tipicamente sicule che effetto dovevano fare nei cittadini del luogo), ma per consolarsi spesso ci si rifugia nella religione e nelle proprie tradizioni.
Insomma ben presto questi nostri avi italiani furono considerati brutti, scuri, di razza incerta, rissosi, sporchi e delinquenti, insomma dei nemici da temere e da scacciare, la frase tipica usata per loro doveva essere :“tornino al loro paese” e ad esempio a New Orleans questi immigrati italiani dovettero subire una serie di linciaggi da parte dei cittadini del luogo, una vera caccia all’immigrato italiano, dove molti nostri connazionali persero la vita, e “nel mucchio”, non furono colpiti solo i delinquenti (e ce n’erano perchè i nostri compaesani importarono negli USA la criminalità organizzata), ma molte brave persone che avevano come unica colpa quella di essere italiani, immigrati, poveri e sfruttati.
La storia è come un ciclo che si ripete sempre, adesso i luoghi sono cambiati e i ruoli si sono ribaltati, ora qui vengono linciati gli immigrati, si è dimenticato come è brutto essere poveri e disperati, cercare un futuro migliore in un mondo lontano, lasciare i propri cari e trovare altra povertà, ghetti, emarginazione, sfruttamento, disprezzo, incomprensione. Certo chi emigra magari provoca sconvolgimento nel luogo di approdo, perchè ha abitudini e religioni diverse, perchè si tratta di persone in difficoltà economiche e quindi esposte a tutto, ma è pure vero che bisogna fare i conti e anche farsi carico di un mondo che per gran parte e senza colpe è povero, sfruttato e colpito da guerre, questo vuol dire essere umani, nel passato come nel presente. Il mondo è di tutti gli esseri umani, si deve trovare il modo per saper convivere, perchè chissà un giorno anche noi o i nostri figli potremmo trovarci di nuovo nella situazione opposta, e perchè c’è sempre qualcuno che sta più a sud e qualcuno che sta più a nord, qualcuno che ci considererà migliori o peggiori, qualcuno più forte e qualcuno più debole.
Secondo me, non ce ne accorgiamo, ma tra noi abbiamo tanta gente proveniente da diversi luoghi, che sono persone per bene che oggi alzano la testa contro i delinquenti e sfruttatori, qualche eroe, tanta gente normale, e si, anche dei delinquenti, ma quelli non mancano mai, non hanno distinzione etnica, di colore o cittadinanza, fanno solo parte del brutto che purtroppo c’è nell’umanità.
quante belle curiosita'che ci raccontate ;)e'sempre un piacere leggervi 😉
Cara Evelin, ho letto i Beati Paoli e Coriolano della Floresta quando andavo alle medie e ancora me li ricordo. La mia migliore amica aveva mitizzato quelle figure, io invece, ne vedevo il lato oscuro. Tant'è le nostre vite si sono inevitabilmente separate, proprio per questa visione diametralmente opposto della vita! A parte questo, anche noi a scuola, soprattutto al V anno parliamo di questa storia e di Joe Petrosino in particolar modo e il taglio che diamo è proprio il tuo! Che bella l'unità di intenti che ci lega e mi fa piacere che tu attraverso il tuo blog fai scoprire non solo pezzi di sicilianità, difficili da conoscere anche spesso per i siciliani stessi, ma che riesci a diffondere un'idea che tutti noi, sembra, abbiamo ormai dimenticato!Ti apprezzoStefania
Cara Evelin , da noi oggi la situazione è peggiore perchè gli italiani di allora emigrarono per cercare lavoro, MA NON SCAPPAVANO PER LA GUERRA CIVILE,LO SFRUTTAMENTO E LE PERSECUZIONI!Qui, oggi, questa povera gente approda per tutti i motivi che ho elencato sopra, con la differenza che vengono ricacciati nei loro paesi d'origine, respinti al mittente!Scusami se mi sono lasciato prendere la mano, ma mi sembra che la parola "integrazione" resti tale…Un caro saluto.
già, corsi e ricorsi, è questa la storia ed una volta si è di qua l'altra di là della barricata… la sofferenza della gente è sempre la stessa, quella di oggi è più grave perché, come dice sirio, non scappano solo dalla fame e affrontano traversate ben peggiori (eppure anche quelle degli italiani erano terribili) nella speranza di trovare un angolo in cui vivere.A prestoGM C
Cara Evelin, leggerti è sempre un piacere. Ci regali pezzi di storia che tutti in effetti dovremmo conoscere. Già, oggi la storia degli emigranti si è ribaltata con una differenza secondo me…..per alcuni dei nostri lontani zii, l’America è veramente esistita, magari non tutti hanno avuto la stessa fortuna, ma tanti hanno affondato lì le radici e tra mille peripezie sono riusciti a crearsi la posizione diventando i veri ZII D’AMERICA, gli emigranti che invece approdano da noi, invece, cosa trovano???? Oggi come oggi c’è la lotta alla sopravvivenza. Sono d’accordo quando dici che ai tempi i nostri erano maltrattati e sfruttati, ma credo, la speranza per il futuro era persistente…… Al contrario, ancora oggi, qui il futuro è un utopia per tutti…..