Al Castello di Baida (Castellammmare del Golfo) ci siamo arrivati per caso, come spesso ci succede, vagando senza meta. Dopo un bagno autunnale nel mare di Scopello, ritornavamo verso casa in direzione di Palermo, e su un piccolo cartello stradale, in zona di Castellammare, abbiamo visto scritto: “Castello di Baida”. Così spinti dalla mia atavica attrazione per i castelli, che però nulla ha a che fare con un desiderio di monarchia e nemmeno con una nostalgia favolistica tipica dell’infanzia, abbiamo subito imboccato quella via e viaggiato verso qualcosa che non sapevamo di scoprire.
Lungo la strada immersa nella campagna, tra terreni coltivati e rocce aspre, nella quasi totale solitudine, abbiamo quasi temuto di non trovare nulla, forse un rudere minuscolo o solo un’allucinazione, ed invece dopo un po’ abbiamo visto un’immagine strana ma molto fascinosa.
La facciata di questo castello è particolare, smerlata, spagnoleggiante, sormontata da una campana e con un bel portale
che dà l’accesso a quello che ormai appare come un cortile, un vecchio baglio,
che presenta i ruderi di alcune torri ormai crollate e delle abitazioni di epoca più o meno attuale.
All’interno abbiamo visto una chiesetta resa davvero originale da un elemento davvero curioso, che non c’entra niente con l’architettura: una tenda a righe come copertura della porta di ingresso, come è tipico delle case di paese di quelle zone, a volte basta poco per dare un tocco speciale alle cose.
E poi c’era tutto ciò che mi piacerebbe trovare in un posto come quello: il silenzio, le erbacce, una pianta di basilico, un albero di fico, un tronco di un albero ormai privo di vita,
un vecchio pozzo, una fontanella di ferro,
una palma nana, un rampicante abbarbicato su un muro di pietra
e per finire una famiglia di gatti.
Cosa volere di più da un castello ormai decaduto, trasformatosi in un baglio probabilmente abitato ma in quel momento del tutto solitario?
A noi infatti è piaciuto tutto, la serenità di quel luogo inaspettato fino ad arrivare alla tenerezza di un cucciolo di gatto che avendoci subito identificati come “gattari” voleva salire in auto con noi.
Quando sono tornata a casa, con il cuore pieno di sole, di mare, di pace, di natura, ho cercato notizie riguardanti l’ultima tappa della nostra breve gita, ovvero di quel piccolo centro abitato e del suo antico castello, e come sempre la curiosità porta a nuove ed interessanti scoperte.
Sia il piccolo centro abitato, Balata di Baida, che il Castello, hanno una storia singolare e sconosciuta da raccontare, storie di nobili baroni e di feudatari, ma soprattutto storie di ribellioni. Bayda era infatti un insediamento di arabi berberi ( sono stati trovati dei sepolcri che testimonierebbero la presenza islamica) , che dopo la conquista della Sicilia da parte dei Normanni, si rifiutarono di tornare in Africa o di abiurare la propria religione, creando così dei piccoli centri saraceni in cui si viveva fondamentalmente di pastorizia, nei quali resistettero e sopravvissero per un altro centinaio di anni fino alla totale sconfitta che avvenne nella prima metà del 1200, in seguito ad una guerra antimusulmana di Federico II.
Finì così quell’iniziale esperimento di convivenza interreligiosa che aveva caratterizzato la Sicilia fino a quegli anni, di cui le testimonianze si possono ancora vedere nei tanti monumenti oltre che nei volti di noi siciliani.
Il castello fu costruito in epoca successiva, intorno alla fine del 1300 e fu dato dal Re Martino d’Aragona, insieme alla Baronia di Baida, alla nobile Allegranza di Moncada.
Da questo castello passò anche Ferdinando di Borbone nel 1801, almeno così è scritto in una epigrafe che sormonta il bel portale, però qui c’è un piccolo mistero, perché a quei tempi Ferdinando non era ancora “re delle due sicilie” come invece si dice nell’iscrizione, il regno sarebbe stato creato 14 anni dopo, chissà di chi sarà l’errore…
Notizie storiche a parte, che tutti, come me, potranno trovare andando in giro per intrenet, la cosa più bella è pensare che in un tempo lontano, da quelle terre, attraverso quei muri e sfiorando le stesse pietre, siano passate persone con una vita ormai dimenticata; hanno vissuto, amato, odiato, lottato, ed hanno costruito senza nemmeno saperlo anche quello che è il nostro oggi… umani con le loro idee e le proprie speranze, di passaggio da questo strano mondo, ma mai insignificanti, in quanto portatori di vita, breve ma universale.
informazioni storiche tratte da:
http://it.wikipedia.org/wiki/Balata_di_Baida
http://www.chiesascopellobalatadibaida.it/index_file/Page542.htm
Io mi chiamo vito. Sono originario del castello di baida . Ma adesso abbito in america da 37 anni. Sono conento a vedere il mio nido natale, e mi commuovo .Vi ringrazzio per aver publicato sul internet, la bellezza e eleganza squisita del suo paesaggio a me tanto gradita, e vi faccio i migliori complimenti. spero di vedre di piu’ nel futuro ,,,, grazie ,,,, vito