Oggi mi occuperò di una ricetta che potrebbe rivelare quanto io non sia una palermitana doc a tutti gli effetti. E’ un primo piatto che a Palermo si mangia d’estate ed è super apprezzato dalla stragrande maggioranza dei miei concittadini.
Si tratta della pasta con i tenerumi (“pasta chi tinnirumi”), che altro non sono se non le foglie e i germogli della pianta della zucchina lunga, che come si può comprendere dallo stesso nome, sono molto teneri e delicati. Queste foglie hanno una consistenza particolare, sembrano dei panni di flanella, sono felpati, non impressionatevi per queste mie similitudini, perchè alla fine il gusto è veramente buono, ed il profumo invitante.
La verità sta sempre nel nostro particolare stomaco palermitano doc, che è geneticamente modificato per sopportare grassi, fritture, milza, cipolle ed evidentemente anche un calore al di sopra della norma.
Questa minestra si prepara usando un particolare tipo di pasta, la “vampaciuscia” (margherita)spezzata,
C’è da dire un’altra cosa sul nome di questo particolare intingolo, se per i palermitani “picchio-pacchio” è una salsina con pomodoro pelato, per altri siciliani la seconda parte di questo binomio ha un altro significato, del tutto differente. Per capirci e non sforare nella volgarità, vado su una citazione televisiva, potrei dire infatti che sarebbe rientrato perfettamente in un particolare elenco che Benigni declamò alcuni anni fa, inseguendo Raffaella Carrà.
Comunque visti i molteplici significati del nome, per non fare delle gaffe, bisogna stare attenti nell’usarlo in giro per la Sicilia, come capitò invece una volta a mia madre, esponendo la sua ricetta a base di picchio-pacchio di fronte a un’anziana signora dell’agrigentino, che fino alle dovute spiegazioni, la guardò con un certo sconcerto.
Adesso, prima della ricetta, il motivo per cui non sono proprio palermitana doc di fronte a questa pasta.
Se c’è una cosa che non sopporto, e non dipende dalla stagione o dal clima, è la pasta a minestra, mangio solo pasta asciutta, di fronte al brodo mi blocco. La minestra l’adoro ma senza la pasta. Quindi io la pasta con i tenerumi la faccio in una mia versione senza brodo e saltata in padella.
Nel caso delle foto poi, non avendo a disposizione la margherita e detestando gli spaghetti spezzati, ho usato le caserecce, grandissima trasgressione, e così della nostra tradizionale pasta chi tinniruma è rimasto ben poco…
Questa invece è la versione originale.
Ingredienti:
Preparazione:
Sfilare le foglie ed i germogli, sciacquare in abbondante acqua e taglliarle a striscioline.
Mettere la pasta con i tenerumi nei piatti e aggiungere il picchio-pacchio e un filo d’olio evo.