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Mostra ad Alcamo di Gilda Gubiotti, i colori della nostra Sicilia
Vado ad Alcamo al Centro Congressi Marconi a visitare la mostra “I colori della terra” di Gilda Gubiotti organizzata dall’associazione culturale RicercArte.
Gilda Gubiotti è un’artista palermitana che ha un importante percorso artistico alle spalle e tantissime esposizioni personali a livello nazionale ed internazionale.
Entrando al Marconi l’impatto è forte. Una serie di quadri nel corridoio centrale rappresentano fuochi, fiamme e magma. Lava scorre dalle viscere della terra, fiamme invadono quel che resta di un albero, fuochi scintillano dirompenti. Quello che colpisce è il cromatismo di queste opere, colori vigorosi ed energici che ci parlano di Sicilia, l’Etna, la lava, il rosso e il nero. Ho immaginato il magma ribollente dell’isola di Vulcano che scivolando in acqua crea sommovimenti e vapori. Ma questi quadri raccontano anche qualcosa di più interiore, atavico, viscerale… CONTINUA
“Donne del mondo” la mia prima mostra di quadri
Questo post non è dedicato alla Sicilia, alle ricette tradizionali, ai racconti palermitani, ma alla mia passione per la pittura. In questi giorni si sta realizzando a Terrasini la mia prima mostra che continuerà fino al 23 Novembre. E’ una serie di quadri di piccole dimensioni che ho cominciato a dipingere due anni fa e che è ancora in fieri, dedicata alle “donne del mondo”, coraggiose e malinconiche allo stesso tempo, alla loro voglia di riscatto, di cambiamento e di libertà.
Ieri ho incontrato i primi amici che sono passati a trovarmi per vedere i miei quadri, è stato un bel momento di condivisione, tra parenti, amici di vecchia data e i più nuovi, alcune poetesse ed artiste, due foodbloggers molto speciali avrò incontrato una quarantina di persone per me è stata una grande emozione. Ripeterò sicuramente questi momenti perchè ci sono altri amici che sperò possano conoscere i miei quadri e che soprattutto ho voglia di sentire vicini in questa esperienza. continua
Cosa scrivere? Nella ricerca dell’ispirazione…
Allora ti cominci a domandare il perchè.
Sarà che l’incostanza è una “dote” che non mi è mai mancata.
Sarà che paradossalmente quando hai meno tempo a disposizione, quando cioè il lavoro è più intenso, tiri fuori il supereroe che c’è in te e riesci a inserire tra una cosa e l’altra anche lo spazio per scrivere. Mentre quando si ha poco lavoro, tutto si rallenta e le poche cose che fai sembrano già troppe.
Sarà che il tempo libero lo hai occupato tutto a dipingere. A volte quando si ha l’ispirazione ci si tuffa in una cosa così intensamente e irrefrenabilmente, tanto da sentirsi una drogata che al mattino pensa solo a quello, e continua a farlo fino alle due di notte (chissà forse per recuperare mesi e mesi di totale astinenza dalla pittura).
Sarà che la pioggia costante, dopo quattro mesi di caldo afoso, crea strane conseguenze, dal cattivo umore, alla poca frequentazione di bei luoghi da visitare e descrivere.
Sarà che il turismo è tanto in calo da provare una certa rabbia a parlare della tua bellissima città, perchè ti domandi se vale la pena continuare questa attività che ami tanto.
Sarà che il tuo compagno ha iniziato un nuovo lavoro precario e poco remunerativo, ma che è bello e complesso perchè a contatto con giovani in grosse difficoltà, ed allora siete presi a parlare di questo, a pensare a come lui possa sostenerli al meglio, e a come riorganizzare la vita in base ai suoi nuovi orari e turni diurni e notturni di lavoro.
Sarà che un dente ti ha massacrata di dolore, e dopo aver lottato per giorni in una stoica sopportazione, aiutata da bustine a base di nimesulide (efficaci soprattutto nel distruggere lo stomaco), sei andata dal dentista (cosa che rifiutavi di fare da almeno dieci anni, dopo aver trascorso anni nelle fredde sale d’attesa e sotto le grinfie dei dentisti, avendo portato da adolescente un odiosissimo “apparecchio”) ed hai scoperto che il dente è morto e non puoi fargli il funerale e basta, ma devi andare per ben tre volte a farti torturare, e se la lingua batte dove il dente duole, anche il cervello si concentra su quello.
Sarà che ti eri impelagata nell’idea di scrivere un post sul Gattopardo, perchè dopo aver rivisto il film di Visconti e ripreso in mano il romanzo, volevi parlare della sicilianità, di quel senso di apatia che ci attanaglia, dovuto alla nostra storia ma anche alle asperità del clima, di quel sentirsi degli Dei che non hanno bisogno di imparare niente da nessuno, caratteristiche di cui ci si può liberare solo emigrando in tempo…Ma alla fine il lavoro era immane, la curiosità di rileggere il libro, di cercare su internet tutto su Tomasi di Lampedusa, di cercare i luoghi in cui è ambientato il romanzo etc, ti hanno fatto perdere tanto tempo e non buttare giù nemmeno due righe.
Sarà che per ora sei così incavolata con la tua città che si riempie di immondizia, si svuota di turisti, vive di disoccupazione, si allaga e frana con un pò di pioggia, ha un sindaco che oltre il resto, gode anche di un “mozzo” pagato a spese nostre (vedi Striscia la notizia) e ti domandi se devi parlare di queste cose o tenerle nascoste perchè ti vergogni un pò (anche se non l’hai votato), ed in più vorresti promuovere il turismo in una città che lo meriterebbe e non è certo parlando di sporcizia e allagamenti il modo migliore per farlo, ma non sai proprio far finta di niente.
Un saluto a Le Francbuveur che con il suo commento mi ha aiutata a scrivere questo post